Un pianeta a rischio
L’ecologia è quella branca delle scienze che studia i rapporti che gli organismi viventi, in termini di flora e fauna, intrattengono tra loro e con tutto ciò che li circonda. L’ambiente non è semplicemente tutto ciò che è verde, la natura. L’ambiente è un sistema a sé stante, che noi uomini deturpiamo ogni singolo giorno della nostra esistenza da quando le nuove tecnologie hanno avuto il sopravvento. Nuove tecnologie che si occupano principalmente di produrre beni di consumo capaci di dare maggiori profitti, trascurando però quelli socialmente più utili e meno inquinanti. Come è scritto nel documento BSCS (Biological Sciences Curriculum Studies): “Ogni essere umano è parte integrante della natura. Quando, senza riflettere, egli cerca di sottometterla, non tiene conto dei principi ecologici”. L’uomo con il suo comportamento irrazionale ha messo in serio pericolo l’ambiente e così ogni giorno c’è una nuova catastrofe ambientale e ogni giorno la Terra si ribella con terremoti, maremoti, alluvioni e così via dicendo. Noi esseri umani dobbiamo renderci conto di far parte della biosfera e che non possiamo piegare questo sistema a nostro piacimento.
L’inquinamento non è una sciocchezza, bisogna essere consapevoli e responsabili di quello che si fa ogni giorno nei confronti di ciò che ci circonda. Bisogna sapere che per l’ambiente non è sempre così facile smaltire ciò che noi gettiamo incuranti delle conseguenze. Conseguenze che possono anche e soprattutto rivoltarsi contro di noi. L’inquinamento non fa male solo all’ambiente ma spesso anche a noi uomini, poiché le malattie che si possono contrarre non sono poche.
Negli anni l’ecosistema ha subìto importanti modificazioni, tutte per la maggior parte a causa degli uomini e delle nuove tecnologie.
Metà delle foreste tropicali sono state distrutte o danneggiate, e questo non fa altro che andare a sfavore anche della nostra specie umana, poiché così si riduce la capacità del nostro pianeta di assorbire anidride carbonica. Interi sistemi di acqua sia dolce che salata sono stati distrutti a causa di inquinamenti chimici per la maggior parte delle volte rilasciate da industrie, e spesso delle piattaforme petrolifere si sono accasciate su sé stesse uccidendo la fauna. Il buco nell’ozono ormai è di una grandezza impensabile, e la causa di questo sono anche delle semplici e apparentemente innocue bombolette spray, i fluidi refrigeranti nei frigoriferi e gli impianti di condizionamento. Tutte queste cose, normali e di uso quotidiano hanno in comune un composto chimico chiamato clorofluorocarburo. La comunità internazionale, almeno per una volta, è riuscita a fermare il fenomeno di modernizzazione, mettendo fuori mercato i Cfc dal 1987. Il problema però è tuttora presente, perché la persistenza dei Cfc nella stratosfera ci farà convivere con il problema per almeno altri cinquanta anni.
Nei paesi ad alta industrializzazione le varie centrali rilasciano nell’atmosfera anidride solforosa e ossido di azoto che combinandosi con il vapore acqueo danno vita alle così dette piogge acide, le quali privano il terreno di sostanze nutritive essenziali per le piante, provocano la morte di intere foreste, inquinano laghi.
Lo smog ormai è un compagno giornaliero e probabilmente nessuna città ne è libera. Il protocollo di Kyoto – stipulato l’11 dicembre 1997 da più di 180 paesi ma messo in vigore solo nel 2005- è esteso fino al 2020 e prevede un Meccanismo di Sviluppo Pulito che dovrebbe essere abbracciato da tutti i paesi del mondo. Anche l’Italia ne fa parte, ma pochi sono i provvedimenti che si possono apprezzare.
In tutto il mondo i disastri ambientali sono sempre più frequenti, ma alcuni sono i peggiori. Ricordiamo l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986, il disastro petrolifero del Golfo del Messico nel 2010, l’esplosione della centrale nucleare di Fukushima nel 2011. Ancora più da vicino ci interessa il caso di Siracusa e dell’Eternit, dove decine di lavoratori sono stati uccisi dall’amianto e molti altri stanno lottando contro la morte.
Fino a qualche settimana fa ci sono state delle manifestazioni ‘No MUOS’. Il MUOS, ovvero Mobile User Objective System, è un sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione in Sicilia, e di preciso a Niscemi. Quello che bisogna sapere però, è che questi quattro satelliti immetteranno nell’atmosfera dei raggi a campo elettromagnetico che non faranno affatto bene alla nostra salute. Ovviamente lo Stato ne vuole sapere poco, e alle contestazioni del Presidente della Regione Rosario Crocetta ha risposto presentando un ricorso.
Insomma, sembra che tutto vada contro chi vuole migliorare il nostro pianeta, anche con una piccola protesta. Forse sarebbe meglio ritornare agli albori dell’esistenza e rinchiudersi nella natura proprio come fece il protagonista di ‘Into the Wild’, il quale infelice della sua ricca vita decide di andare a vivere nella natura selvaggia. O forse no, forse sarebbe più giusto combattere per il proprio pianeta proprio come fanno ogni giorno gli attivisti di GreenPeace.
L’ultimo episodio che li riguarda risale al 18 settembre, giorno in cui dei ragazzi, nella Russia Artica, si presentano per una manifestazione pacifica su un battello. La Guardia Costiera però reagisce in modo spropositato, arrestandoli. Ventotto attivisti più due video operatori sono accusati di pirateria. In realtà, sono tutti colpevoli di pacifismo e di voler migliorare il mondo in cui ci troviamo.
Sarah Rosa Torregrossa