Tifosi (ultra)violenti
Dopo i fatti della Coppa Italia, la sparatoria prima della partita e successivamente la trattativa, o presunta tale, con il capo ultras dei tifosi napoletani Genny a’ carogna, lo Stato risponde. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante una mostra sulla Nazionale, ha detto: «Quanto abbiamo visto è il segno di una crisi morale, di valori e di comportamenti». E in seguito: «Sono vicino alla vedova Raciti, come tutti gli italiani onesti».
Anche il premier Matteo Renzi, che sabato scorso aveva assistito impotente al fatto, ha dichiarato: «Le istituzioni non lasciano il calcio a Genny a’ carogna». Renzi ha anche criticato la scelta di parlare con gli ultras, bollandola come «un errore».
Il giovane Ciro Esposito, ferito alla colonna vertebrale, è ricoverato al Policlinico Gemelli, e da ieri è anche in stato di fermo con l’accusa di rissa.
Adesso la polizia avrà il compito di ricostruire quanto è accaduto prima della partita, fuori dello stadio. De Santis chiamato ‘Gastone’ è ritenuto dagli inquirenti uno dei responsabili. Egli insieme ad altri tre ‘compari’ avrebbero attaccato Esposito e altri due tifosi napoletani muniti di manganelli e spranghe. Sul caratterino particolare di Gastone un ragazzo della Sud, intervistato da Repubblica, dichiara: «E’ na vita che Gastone nun si vedeva in curva, magari era pippato. Forse s’è fatto girà er culo lì per lì».
Adesso il governo è pronto a rendere effettivo il Daspo (provvedimento che impedisce ai violenti di entrare negli stadi) prolungato per chi è recidivo o il “Daspo a vita”, chiesto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Contro il tifo violento nuove regole entreranno in vigore a partire dal prossimo campionato calcistico.
In pieno stile italiano, dopo che ormai il latte è stato versato, disperatamente si tenta di rimetterlo dentro la tazza.
Giuseppe Settegrani