Randagismo a Bagheria, intervista all’assessore Brigida Alaimo

Il numero di cani randagi  a Bagheria continua ad essere preoccupante.
Nel 2003 è nata ASVA (Associazione Siciliana Volontari Animalisti), un’associazione che cerca di contrastare questo fenomeno invitando la gente ad adottare gli animali sensibilizzandoli sull’argomento; come dice il loro slogan “Adottare…Un gesto d’amore”.
Grazie all’opera dei  volontari è stato  creato un centro accoglienza, situato in Via Comune Marino 1, per ospitare e curare questi randagi, in attesa che il comune faccia qualcosa in merito.
D’altra parte, finora,  il comune non ha mosso  un dito per risolvere il problema, nonostante le parole del sindaco Tripoli che assicura che la sua giunta ha tutta l’intenzione di minimizzare gli abbandoni e aumentare le adozioni per preservare il decoro e la salute dei cittadini.
Nel 2011 Gabriella Giammanco, vicepresidente del gruppo Forza Italia del Senato, riuscì a far arrivare al comune 80 mila euro per finanziare il progetto del canile comunale, ma da allora nessun sindaco ha utilizzato i fondi.

Questo problema si concentra solo nel Centro e Sud Italia; nel Nord Italia invece il problema è stato debellato grazie all’impegno dimostrato dai comuni nella sterilizzazione dei cani randagi, impegno che in Sicilia non è stato costante.

Abbiamo intervistato l’assessore del comune di Bagheria Brigida Alaimo (che tra le altre deleghe, si occupa della lotta al randagismo) e siamo riusciti a farle qualche domanda.

“Come vuole agire il comune per combattere il randagismo?”

“Sto cercando, tramite dei protocolli d’intesa, di mettere in atto un processo di sterilizzazione e microchip. Inoltre si stanno cercando fondi comunali per un canile, anche se penso che ci vorranno ancora un paio di anni.”

“Dove sono andati a finire i fondi che ha fatto arrivare l’onorevole Gabriella Giammanco?”

“I fondi ci sono. Sono 80.000 euro, ma purtroppo non sono sufficienti per la costruzione immediata. Dovete comprendere che il bene individuato è un immobile che è stato acquisito dall’ente comune. Per cui questa somma, parlando con i tecnici della realizzazione computo metrico, è a mala pena sufficiente per la demolizione del manufatto abusivo che noi dobbiamo demolire per poter costruire questo canile. Quindi  i  fondi  che ci sono,  purtroppo, per la costruzione di un canile, che dovrebbe ospitare dai 90 ai 100 cani, non potranno essere sufficiente per avere un opera compiuta.”

“Come mai questo fenomeno si concentra maggiormente nella nostra città?”

“ Questo è un problema che affligge il sud in generale. Purtroppo il genere umano è strano, abbiamo tanto che parte dalla maleducazione del cittadino che preso dalle mode acquista il cagnolino, non sapendolo gestire, perché chiaramente apportare delle cure ad un cagnolino ha dei costi lo abbandona e chiaramente poi i cani si riproducono tra di loro e procreano in modo quasi irrefrenabile. Inoltre non abbiamo mai avuto attività serie di sterilizzazione, ma devo dire che sul territorio ci sono delle associazioni di volontariato che fanno un egregio lavoro, ma che comunque rientrando nell’ambito del volontariato non possono coprire l’intero territorio. Noi al momento abbiamo un servizio di recupero dei cani randagi. Chiaramente questi cani sterilizzati e con il microchip devono essere rimessi nei territori come sancisce la legge. ”

“Nel nord questo problema è stato debellato.”

“Nel nord è molto più semplice. Sia in termini di costi che in termini culturali. È instaurata un’attività di adozione molto più intensa rispetto alla nostra, perché noi abbiamo creato dei canali di adozione, ma i nostri randagi non vengono adottati perché in Sicilia vi è una patologia che colpisce i cani chiamata Leishmaniosi, che al nord non hanno, e di conseguenza hanno paura di adottare i nostri randagi proprio per una contaminazione di Leishmaniosi.”

“ Il comune ha un piano per la sterilizzazione dei cani randagi?”

“Nel momento in cui si trova il canale di adozione la sterilizzazione è l’ultimo dei problemi, perché ha un costo, però se lo fai per un cane che deve essere adottato lo reggi come costo. Il problema è tra le spese di viaggio che non sono indifferenti e fra  la paura della Leishmaniosi spesso questi canali vengono meno. Noi lavoriamo molto meglio non tanto con l’Italia quanto con la Germania.”

“In quanto tempo e quanti soldi vengono stanziati per combattere il randagismo?”

“Siamo noi a stanziare questi fondi che si aggirano intorno a 50.000 euro l’anno per i nostri randagi. Quindi c’è la struttura con il bilancio che viene fatto internamente. Attualmente è questa la somma.”

“E questi 50.000 euro l’anno non sono sufficienti per risolvere questo problema?”

“No, assolutamente no. Intanto ci vuole il canile e quindi servono soldi per il canile. E poi questi numeri non sono sufficienti. Nel momento in cui si realizzeranno queste azioni, che abbiamo programmato e stiamo cercando di realizzare potrebbero essere sufficienti. Accompagnati da una compagna di sensibilizzazione che punta a diminuire i casi di abbandono. È un processo soprattutto di educazione cittadina.

 (nella foto l’assessore Brigida Alaimo)

Virginia Balistreri

Antonino Aiello

 

 

Add a Comment