OCSE sospende adesione della Russia, le conseguenze in mancanza di negoziati
La Russia tiene sempre più stretta nelle mani la penisola di Crimea e Kiev reagisce. Giovedì scorso, a pochi giorni dal referendum di domenica sull’annessione della Crimea alla Russia, la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha approvato la creazione della Guardia Nazionale, una nuova forza di polizia militarizzata, nelle cui fila saranno arruolati sessantamila volontari.
La nuova guardia nazionale “garantirà la sicurezza dello Stato, difenderà i confini ed eliminerà i gruppi terroristi”, secondo quanto ha affermato il capo del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino Andriy Parubiy. Il governo di Kiev utilizza proprio il termine “gruppi terroristi” per definire le milizie che hanno assunto il controllo in Crimea con il supporto delle forze russe.
In seguito alla dichiarazione di indipendenza del parlamento di Crimea e al referendum di domenica per l’annessione alla Russia, il cancelliere tedesco Angela Merkel avverte Mosca sulle “massicce” conseguenze politiche ed economiche se non inizia “dei negoziati che raggiungano risultati” sulla situazione in Ucraina. La prima conseguenza giunge dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che ha annunciato giovedì scorso di aver sospeso “momentaneamente” il processo di adesione di Mosca e di voler rafforzare la cooperazione con Kiev. Il cancelliere tedesco Merkel, durante un discorso al parlamento di Berlino, ha aggiunto che l’unico modo di uscire dalla crisi è per mezzo della diplomazia, assicurando comunque ai parlamentari che “l’uso dell’esercito non è un’opzione”.
Al momento, però, le intenzioni di Mosca non sono tanto quelle di volere avviare negoziati, quanto piuttosto di portare avanti le provocazioni: ha lanciato manovre militari in quattro regioni vicino alla frontiera con l’Ucraina per verificare la prontezza delle truppe al combattimento. “L’obiettivo principale è di verificare il coordinamento con ulteriore adempimento di compiti in una zona sconosciuta e in poligoni prima mai usati”, spiegano dal ministero competente.
Mentre Kiev e Mosca portano avanti le loro rispettive strategie, apprendiamo dall’agenzia di stampa austriaca Apache che è stato arrestato, su richiesta dell’Fbi americana, il potente oligarca ucraino Dmytro Firtash nella sua villa nel quartiere di Magareten a Vienna. Il miliardario, negli ultimi vicino al premier ucraino deposto Viktor Yanukovich, è sotto inchiesta negli Stati Uniti sin dal 2006 per i suoi rapporti con il “boss” russo Semion Mogilevich, con l’accusa di attività nella criminalità organizzata. Firtash, che ha 48 anni, ha costruito il suo impero nei settori della chimica e del gas, in stretto contatto con la Russia.
Jurij Aiello