Mimmo Pintacuda, indagatore di sentimenti
Lo scorso 21 dicembre è morto, colpito da un ictus, nella propria casa all’età di 86 anni il fotografo Mimmo Pintacuda. Egli è stato uno di quegli uomini che hanno onorato e tenuto alto il nome di Bagheria in Italia e fuori d’Italia oltre ad aver ispirato lo straordinario personaggio di Alfredo del film premio Oscar di Peppuccio Tornatore, Nuovo cinema Paradiso.
Nato a Bagheria nel 1927, Mimmo Pintacuda ha svolto per molti anni l’attività di proiezionista. È grazie a questa occupazione che viene solleticato dall’idea di occuparsi di fotografia. Inizia quindi una lunga ricerca che Pintacuda svolge all’interno della sua Bagheria (e non) e che lo ha portato, in più di cinquant’anni di carriera, a raccogliere una quantità impressionante di immagini. Questa sua personalissima indagine sociale gli permette di realizzare numerose mostre: Quando i bambini non ci guardano (1967), La grafiafoto (1973), Bagheria ieri e oggi (1980), Anziani (1990).
Nel 1969 si reca a Chicago dove in 100 giorni riesce a raccogliere un reportage sulla condizione degli emigranti italiani in U.S.A. che troverà il suo giusto coronamento nella mostra Diario di un emigrante (1977) presentata a catalogo, come le altre personali, da Renato Guttuso suo grande amico. La sedia racconta e Tracce, raccolte inedite realizzate negli anni ’70, sono state esposte per la prima volta al Museo Renato Guttuso di Bagheria nel 2005 in occasione della presentazione del libro “Mimmo Pintacuda cinquant’anni di fotografia” presentato da Giuseppe Tornatore.
A due mesi dalla morte è stato organizzato un evento in suo onore, voluto fortemente dal figlio Paolo Pintacuda appoggiato dagli amici più cari: il professor Mimmo Aiello, Biagio Sciortino, ex sindaco di Bagheria e amico di famiglia, Dora Favetella Lo Cascio, assessore alla Cultura del Comune di Bagheria e l’amico e “allievo” il regista Peppuccio Tornatore. La sala era stracolma di gente, tra cui molti giovani bagheresi e non.
E’ Mimmo Aiello che introduce la serata e approfondisce i contenuti artistici delle foto: riuscire ad anticipare un evento e a fissarlo per sempre, al momento giusto, con l’obiettivo, questa era la principale capacità di Pintacuda.
Peppuccio Tornatore non ha alcuna difficoltà a pescare nella grande valigia dei ricordi e tornare a definirlo un maestro, fu proprio Pintacuda a trasmettergli la grande passione per la fotografia e per il cinema. Poi è la volta di Biagio Sciortino, anche lui a ricordare il primo incontro con Mimmo a villa Cattolica: “Personaggio non facile Mimmo, ironico e spesso critico con le Istituzioni, ma profondo indagatore dei volti e dei luoghi della sua città, grande testimone di un’epoca”.
Tutti ricordano l’ultima parte della vita del fotografo in cui continuava a scattare le sue foto da un unico punto di vista, la finestra di casa sua da cui non poteva muoversi a causa della sua malattia.
Per chiudere c’è lui, Mimmo Pintacuda e le sue foto, nel documentario realizzato assieme al figlio Paolo, che, commosso, ringrazia gli artefici di questa serata, consapevole della grandezza del nome di suo padre.
Simona D’Amico, Chiara Mineo, Ileana Prizzi.