L’Italia cade a pezzi. Non ci resta che sperare…
Italiani sempre più vecchi, grassi, infecondi: in altre parole depressi. È questo il quadro che emerge dalla presentazione del rapporto OsservaSalute, pubblicato dall’ “Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane” che ha sede presso la Cattolica. Il rapporto consta dei dati messi insieme da ben 175 esperti, coordinati dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di igiene della facoltà di Medicina e Chirurgia.
Nel 2010, una persona su tre della popolazione adulta, circa il 35% è in sovrappeso, mentre 1 persona su 10 e’ obesa. In particolare le regioni meridionali presentano più persone in sovrappeso (Molise 42%, Basilicata 41%) ed obese (Basilicata 13%, Puglia 12%). Gli uomini sono più grassi: è in sovrappeso il 44% di loro rispetto al 28% delle donne. È obeso l’11% degli uomini contro il 9% delle donne. Circa 40.000 ricoveri sono attribuiti ogni anno all’obesità e ai disturbi da iperalimentazione. Preoccupanti soprattutto i dati sui bambini in sovrappeso o obesi: si parla rispettivamente del 23% e dell’ 11% dei piccoli dai 6 ai 17 anni.
Dal rapporto emerge anche che l’uso di antidepressivi in Italia è cresciuto di oltre 4 volte in un decennio. Le regioni del Centro-Nord, in particolare, risultano avere consumi nettamente superiori rispetto a quelle del Sud. È stata registrata, inoltre, anche una notevole crescita in percentuale di soggetti che hanno ritenuto di avere necessità di supporto psichiatrico o psicologico. Secondo uno studio della Eurobarometer, richieste di questo tipo sono aumentate del 10% in 5 anni. Ma non è finita qui. Preoccupanti sono anche i dati relativi al consumo di alcol e fumo. Il 27% degli uomini e il 7% delle donne, mettono in forse la propria salute bevendo fuori misura. Inoltre, nel nostro Paese, fuma ancora una persona su 4, per lo più giovani dai 25 ai 34 anni.
La mortalità per malattie ischemiche del cuore rappresenta così una delle principali cause di morte.
Insomma non siamo messi molto bene e quindi non ci resta che sperare!
Riccardo Celestino