La Sicilia prima nel mondo. Tecnologia e natura abitano insieme
La Sicilia ci sorprende ancora, stavolta per qualcosa di positivo. Un patrimonio culturale invidiabile, un sole splendente ed un mare favoloso però non sono gli unici vanti della nostra terra: abbiamo anche la centrale solare termodinamica Archimede. Il nostro liceo non poteva perdere l’occasione di “farci una capatina”. Le quinte classi l’hanno infatti visitata. Augurata nel 2010 a Priolo Gargallo in provincia di Siracusa, deve il suo nome proprio a quell’Archimede che utilizzò, secondo la tradizione, i cosiddetti specchi ustori per dar fuoco alle vele romane durante l’assedio di Siracusa. Si tratta di un impianto composto da 30.000 m² di specchi per far convergere la luce solare su 5.400 metri di tubazioni in cui scorre il fluido. Pur utilizzando la già nota tecnologia dei sali fusi, è il primo al mondo ad usare sali fusi come fluido termovettore a ciclo combinato utilizzando insieme anche il gas. Ciò, e sta proprio qui il genio, permette alla centrale di essere produttiva per molte ore anche senza l’irradiazione diretta del sole. È stato stimato che la centrale sia capace di produrre, all’incirca, 5 MW di potenza elettrica per soddisfare il bisogno di 4.000 famiglie. Si è calcolato, inoltre, che tale impianto permetterà un risparmio di 2.100 tonnellate di petrolio all’anno. Ciò significa un risparmio di anidride carbonica di circa 3.250 tonnellate.
Ma le terre di Priolo Gargallo hanno ancora qualcosa da offrirci.
Prima dell’impianto del polo industriale Siracusa-Priolo Gargallo, la salina e l’habitat costiero a dune erano estesi per diversi chilometri. La bellezza e il fascino di questi luoghi vengono decantati, tra i tanti, anche da Virgilio, Ovidio, Tucidide e Stefano di Bisanzio. Nell’area della riserva naturale “Saline di Priolo” sono state censite 216 specie di uccelli, ossia circa il 40% di tutte quelle osservate ad oggi in Italia. Tra queste, di particolare interesse è la poco comune Sterna maggiore, scelta come logo della Riserva. A poche centinaia di metri dalla Riserva si trova la Penisola Magnisi, naturale estensione e completamento della stessa. Quest’area è di inestimabile valore archeologico e naturalistico. L’intera zona è costellata infatti dalle testimonianze della civiltà preistorica e protostorica (XV-IX a.C.) di Thapsos: necropoli a grotticell, e fondamenta delle abitazioni del primo villaggio organizzato conosciuto in Sicilia.
Insomma, la nostra terra continua a stupirci. Ma un pensiero sorge spontaneo. Abitiamo una delle zone più belle del mondo, eppure pare che non ce ne importi più di tanto.
Riccardo Celestino