LA DISOCCUPAZIONE DIVIDE IN DUE L’ITALIA
Negli ultimi anni l’Italia, così come moltissimi altri paesi, è stata il teatro di una terribile crisi economica che tutt’oggi persiste. Grazie ai mezzi d’informazione siamo venuti a conoscenza che la crisi, nonostante abbia inglobato l’Europa intera, ha avuto una maggiore incidenza sulle regioni meridionali dove, a seguito di una serie di calcoli statistici sui primi cinque anni dall’inizio della crisi, è risultato che i posti di lavoro persi nel sistema produttivo del Sud e delle Isole sono stati in totale 335.500; invece, nell’area centro settentrionale del Paese ne sono stati creati all’incirca 12 mila e 400. (Fonte dei dati: 24° Report Sud di Diste Consulting-Fondazione Curella).
In questo modo la situazione del Mezzogiorno sembrerebbe irrecuperabile. Il problema del Sud Italia, secondo il presidente della Fondazione Curella Pietro Busetta, risiede anche nella classe dirigente, tanto che lo studioso propone una sorta di “tutoraggio” del Mezzogiorno. Secondo Busetta, infatti, le zone del Sud Italia hanno uno sviluppo ritardato per il semplice motivo che le classi dirigenti non sono in grado di gestirle nel modo migliore.
Non è vero che il problema investe allo stesso modo tutta la classe dirigente italiana – spiega Busetta -, infatti le regioni settentrionali d’Italia, come ad esempio la Lombardia, risultano essere più sviluppate.
In ultima analisi – conclude – per trovare una soluzione a questo enorme problema, non è necessaria una radicale sostituzione della classe dirigente meridionale, servono, invece, interventi appropriati che possano destinare le risorse e le spese alle esigenze delle Regioni meridionali, piuttosto che affidare tutto alla classe dirigente del Sud che si è dimostrata inadeguata a gestirle.
LAURA ALIOTO e MARIA CONCETTA GENOVESE