”Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”
Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, durante un’ intervista a “Prima di tutto” su Radio Uno ha parlato delle modifiche che si vorrebbero apportare al mondo scolastico.
Uno dei punti riguarda la diminuzione degli anni di frequenza delle scuole medie superiori: da 5 a 4 anni. Il ministro ritiene che bisogna approfondire tale proposta, poiché ritiene vi siano ottime scuole primarie, licei e scuole superiori, ma la scuola inferiore dovrebbe essere rivisitata.
‘‘Il tweet di Renzi è musica per le mie orecchie” – così commenta la Giannini l’affermazione del neo Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, secondo cui l’unico modo per uscire dalla crisi è investire sulla scuola.
L’altro punto trattato rimette in discussione il bonus maturità, ritenendo che quest’ultimo abbia dei pro e dei contro: da una parte, afferma il ministro, il percorso scolastico fatto in precedenza è la carta d’identità di uno studente che deve entrare all’università. Il bonus potrebbe essere utile se viene calcolato in maniera precisa, “ma è anche vero che nel nostro paese lo stesso numero non è equiparabile in tutte le sue parti”, continua, ammettendo che tale decisione è molto delicata e che sarà un compito molto difficile.
L’intervista prosegue parlando dello stipendio percepito dai professori: ”sarebbe un bel passo equiparare gli stipendi degli insegnanti italiani agli stipendi medi europei. La sfida vera è pensare e praticare contratti che considerino gli insegnanti una figura fondamentale nella società e non solo nella scuola”. Stefania Giannini pensa che sia doveroso rivedere il “contratto mortificante” dei docenti, non solo perché vengono pagati poco, ma anche perché non vengono premiati quei docenti che compiono bene il proprio lavoro rimanendo sempre aggiornati, di fatti afferma: ”si dia autonomia e responsabilità agli istituiti e si premi chi fa un lavoro straordinario, rimasto in ombra”. In conclusione aggiunge che anche gli studenti riconoscono gli insegnanti che lavorano con impegno e dedizione da quelli che lavorano con disinteresse.
“Scuole statali e paritarie devono avere uguali diritti”, in questo modo esprime la sua opinione sulle differenze sostanziali che vi sono tra quest’ultime, aggiungendo che “la libertà di scelta educativa è un principio europeo ed è un principio di grande civiltà. Quello del pubblico è un servizio fondamentale”
Nell’ultimo punto esposto, la storia dell’arte, è stato sottolineato il dissenso del ministro nell’eliminare tale materia dall’istituzione scolastica.
Federica Di Lorenzo e Rosalia Rini