Intervista con Fabio Granata, cofondatore di Green Italia
Abbiamo incontrato l’onorevole Fabio Granata, esponente e cofondatore di Green Italia, oltre che membro del direttivo nazionale di Legambiente. L’on. Granata, durante l’intervista, spiega i progetti di Green Italia in merito alle politiche ambientali e alla rivalutazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale; infine propone una soluzione alternativa per uscire dalla crisi attuale.
1) Perché il cittadino coscienzioso e responsabile dovrebbe scegliere Green Italia? In cosa si differenzia il programma di Green Italia in merito alle politiche ambientali rispetto a programmi di altri partiti?
Perché Green Italia rappresenta la nascita finalmente in Italia di un movimento ambientalista legato alla difesa dell’identità culturale della nostra nazione, sulla scia di ciò che avviene in tutta Europa, dove in Germania abbiamo i Grünen e in Francia i Verts; in Italia si avverte la mancanza di un movimento che operi, sia in negativo (sul lato della denuncia, disastro ecogeologico, veleni industriali, terra dei fuochi, avvelenamento del popolo), ma anche in positivo evidenziando la necessità di declinare in modo “green” la politica italiana. Costruisco un partito che abbia come scopo centrale questa visione della società e dello sviluppo. […]
I Verdi fanno parte di un processo di aggregazione di quest’area ambientalista. Tra i promotori di Green Italia, ci sono i due portavoce nazionali dei Verdi, Angelo Bonelli e Luisa Zanella, quindi di fatto si creerà un unico grande movimento più ampio e più grande di quello che attualmente ha rappresentato con le sue battaglie il sole che ride.”
2) Le industrie sono le principali forze che mettono in moto l’economia italiana; qual è la visione dell’industria futura secondo Green Italia? Quali provvedimenti favorirebbero lo sviluppo di un’industria a impatto ambientale zero? E come, soprattutto, è possibile conciliare le politiche ambientali con gli interessi degli imprenditori?
L’industria legata alla raffinazione del petrolio è definitivamente finita, nel senso che il fossile rappresenta il passato, mentre le energie alternative rappresentano il futuro. In Sicilia, in particolar modo, le industrie hanno dato uno sbocco occupazionale, ma hanno devastato l’ambiente, hanno creato dei problemi alla salute proprio per mancanza di sistemi di monitoraggio e di sicurezza della produzione stessa. Va subito avviata in Sicilia e in Italia una grande opera di rigenerazione industriale, riconvertendo l’industria, passando alla produzione di materiali compatibili con l’ambiente (come la bioedilizia, le biochimiche), attraverso l’apporto di nuove esperienza (come quelle delle bioagricolture), e quindi pian piano fuoriuscire da questo modello industriale, per un’industria green. L’industria green è legata, ad esempio, al consumo zero del territorio, e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente attraverso una gigantesca opera di progettazione e di ristrutturazione degli immobili legandoli ai materiali green della bioedilizia. Si tratta dunque di un modo completamente diverso di vedere l’industria, a cui siamo portati dalla necessità, perché l’industria legata al petrolio è definitivamente in crisi, è finita.”
3) Quali soluzioni propone Green Italia in merito al problema “smaltimento rifiuti”?
Prima del problema dello smaltimento c’è il problema della raccolta e della concezione stessa dei rifiuti. In tutto il mondo, soprattutto in molti paesi europei, attraverso il riciclaggio dei rifiuti si ottiene energia e la possibilità di nuova produzione. Soltanto in Italia il rifiuto è considerato un qualcosa o da bruciare o da buttare in discarica, con tutta una serie di conseguenze devastanti in termini ambientali, e soprattutto perché questo traffico dei rifiuti ci sono sempre state le mafie che hanno organizzato questo modo sbagliato di concepire lo smaltimento dei rifiuti. Quindi, prima di occuparsi di smaltimento, bisogna occuparsi di raccolta differenziata, del riciclaggio dei materiali possibili, cancellare definitivamente l’idea che si debbano costruire inceneritori e che si debba creare nuovo inquinamento, soprattutto in territori come quelli del Sud, che invece dal riciclaggio dei rifiuti possono ottenere una possibilità di un grande guadagno economico.”
4) Le ecomafie in Sicilia dominano un po’ dappertutto, dalla piccola realtà comunale fino all’amministrazione regionale, favorendo spesso soluzioni che progressivamente stanno degradando la nostra terra. Cosa si propone di fare Green Italia per risolvere tale problema?
Quello delle ecomafie non è un problema solo regionale, ma soprattutto un grande problema nazionale. Dentro Green Italia (a partire dal sottoscritto) c’è una forte presenza di Legambiente. Legambiente è l’autrice di rapporti sulle ecomafie, in cui si fotografa la vicenda. Bisogna costruire attraverso pratiche legali un nuovo modo di concepire lo sviluppo, il paradigma dell’idea di qualità della vita, mettendo avanti tutto ciò che è legato alla tutela di ciò che è irriproducibile, dal paesaggio, al territorio, alle risorse naturali e culturali. In questo Green Italia propone una radicale rivoluzione rispetto a una politica che spesso è stata collusa, anche per motivi elettorali, con chi ha utilizzato questi traffici per arricchirsi, e per riciclare soprattutto il denaro proveniente da traffici illeciti come la droga.”
5) La massa popolare si fa facilmente abbindolare da parole di demagoghi, e spesso i cittadini neppure sanno cosa siano le “politiche verdi”, associando gli ambientalisti agli hippies oppure a utopisti; bisognerebbe quindi penetrare proprio nella mentalità del siciliano e fargli conoscere cosa in realtà sia l’ambientalismo; fargli riscoprire l’importanza di un diverso approccio uomo-natura. Cosa farà Green Italia per adempiere questa impresa?
E’ lo scopo centrale dell’impresa politica di Green Italia: diffondere questa consapevolezza culturale, che non è altro che una pratica di cittadinanza attiva e di impegno politico. La Sicilia ha uno straordinario patrimonio naturale, ambientale, culturale, su cui costruire una nuova idea di sviluppo; e d’altra parte, la Sicilia ha avuto una contraddizione fortissima sullo sviluppo sbagliato imposto dalla classe dirigente spesso collusa, e quindi legata agli interessi dell’industria pesante, al petrolio, ecc. Quindi bisogna cambiare il paradigma, tornare a occuparsi di agricoltura, di cultura, di turismo, di viaggio; la Sicilia può vivere serenamente attraverso le energie alternative, e attraverso una visione diversa dello sviluppo economico.”
6) Il patrimonio artistico della nostra regione sta andando in rovina, a causa della mancanza di fondi devoluti alla salvaguardia dell’arte; perché sarebbe invece importante valorizzare il ricco patrimonio artistico siciliano? E come pensa che la nostra terra possa rialzarsi dalla decadenza?
In anni recenti, i fondi comunitari sono stati utilizzati per recuperare gran parte del patrimonio culturale siciliano (la tonnara di Favignana e tantissimi siti che sono stati riaperti). La Sicilia è la regione italiana con il maggior numero di siti inseriti nella World Heritage List dell’UNESCO. Negli ultimi anni si è registrata di nuovo una incapacità di spesa dei fondi comunitari per mancanza di progettazioni e di idee. Quindi bisogna che cresca la consapevolezza dell’importanza del patrimonio, non solo per finalità economiche, ma innanzitutto perché il patrimonio culturale rispecchia l’identità del popolo, quindi è importantissimo che soprattutto i giovani si rendano conto di chi siamo e di quale straordinaria civiltà rappresenta la Sicilia; in secundis tutto questo comporta un valore aggiunto in termini di creazione di dinamiche economiche legate all’occupazione in settori chiave (turismo, agricoltura, agriturismo). Si tratta quindi di unsistema completamente diverso, un progetto univoco e una proposta politica di cui Green Italia si sente portatore.”
Articolo di Dave Scordato