I bagheresi illustri “Renato Guttuso”
“La pittura è il mio mestiere. Cioè è il mio mestiere ed il mio modo di avere rapporto con il mondo. Vorrei essere appassionato e semplice, audace e non esagerato. Vorrei arrivare alla totale libertà in arte, libertà che, come nella vita, consiste nella verità.” [Renato Guttuso, 1957]
Renato Guttuso nasce il 26 Dicembre 1911 a Bagheria da padre acquarellista per diletto. La città natale è molto importante nella formazione del pittore, perché lì, giovanissimo, entra in contatto con il mondo della pittura, come racconta lui stesso: “tra gli acquarelli di mio padre, lo studio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore di carri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada, avevo sei, sette, dieci anni…”. Già dal 1924, appena tredicenne, comincia a firmare e datare i propri quadri: sono piccole tavolette dove per lo più copia i paesaggisti siciliani dell’Ottocento. Nel 1928 partecipa a Palermo alla sua prima mostra pubblica. Dal 1931 la vita di Guttuso viene influenzata da artisti di tutto il mondo come: Mario Mafai, Francesco Trombadori, Corrado Cagli, Pericle Fazzini. Collabora, inoltre, con giornali e riviste per le prime recensioni sui suoi quadri. Nel 1939 conosce Mimese Dotti che diventerà la sua compagna di vita. Continua la sua produzione artistica dipingendo nudi, paesaggi, nature morte, ma l’opera più famosa ed uno dei quadri più significativi del Novecento è “La Crocifissione” (1940-41).
Lui stesso dice sul significato dell’opera: “questo è un tempo di guerra. Voglio dipingere questo supplizio del Cristo come scena d’oggi. … come simbolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, supplizio per le loro idee”. Negli anni successivi stringe una forte amicizia con Pablo Picasso ed insieme ad un gruppo di artisti cerca di recuperare le esperienze artistiche europee che a causa del fascismo si erano estinte. Dal 1950 in poi Guttuso si dedica alla rappresentazione di scenografie, di costumi per delle commedie. Dopo la sua morte, che avviene il 18 Gennaio 1987, gli vengono dedicate varie mostre come quella alla Aca-Heller Gallery di New York. Lascia alcune opere, tra le più importanti, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Altre opere e una ricca raccolta documentale sono state affidate al museo che la sua città natale, Bagheria, gli ha intitolato “Il Museo Guttuso”, che ha sede nella settecentesca Villa Cattolica. Il giardino storico della Villa conserva la grande Arca funebre dedicatagli dal suo amico Giacomo Manzù.
Carolina Ruggeri ed Emilia Gibbisi