Crocifisso nelle scuole: ne abbiamo bisogno?
Crocifisso nelle scuole: ne abbiamo bisogno?
La presenza del crocifisso nelle aule italiane è oggi un argomento discusso.
>Contrariamente a quanto si possa pensare, vi è un gran numero di scuole a possederlo, ostentando così evidenti privilegi alla religione cristiana.
Ma perché difendere l’affissione di questo simbolo religioso, a discapito della laicità professata dalla nostra costituzione?
Stando ad alcuni, esso rappresenterebbe storia e valori del nostro paese: sarebbe quindi immorale e ingiusto eliminarlo dalle nostre pareti.
Siamo talmente legati al nostro passato che necessitiamo dunque di un simbolo per ricordarci di esso. E anche se ne avessimo davvero bisogno, siamo certi che questo simbolo sia proprio la croce latina? Se così fosse, essa rappresenterebbe la storia di un intero, unico paese e ciò andrebbe nettamente in contrasto con il suo significato più proprio.
Generalmente, si potrebbe dire che la croce indica il cristianesimo, il quale si propone un carattere universalistico.
Diremmo quindi che la storia italiana è rappresentata dal crocifisso, ma che questo non la rappresenta. Oppure quello della “storia” è soltanto un pretesto? D’altra parte, nessun italiano oggi direbbe che la propria nazione, il proprio passato è espresso dalla croce cristiana.
Più semplicemente direi che la realtà del crocifisso appeso alle pareti delle nostre aule è una realtà che non calza più al nostro tempo.
Un’abitudine che non si è persa, di cui non si capiscono le ragioni della persistenza.
Valori. Il crocifisso rappresenta i valori. Quali sono quelli del nostro paese?
Tradizione: forse è proprio a causa di essa che ci leghiamo a dei vincoli e diventiamo incapaci di cambiare.
Cambiare opinione, cambiare punto di vista, cambiare se stessi.
Tolleranza. Condividiamo l’apertura mentale e l’ampiezza di vedute, limitando però la nostra prospettiva. Sarebbe banale dire che la questione non sarebbe nata se l’oggetto della discussione fosse stato un simbolo non cristiano.
Imponiamo in un’istituzione pubblica i nostri simboli (nostri, di chi?) in nome del rispetto reciproco, ma non solo siamo incapaci di accettare l’altro, ma anche di accettarci tra di noi.
Non esistono “le nostre icone” perché non esiste un “noi”. Voglio poter essere libera di dare un significato alle cose senza che questo mi sia imposto da terzi.
Il crocifisso è un oggetto: siamo noi a dargli un significato. E i significati non si appendono alle pareti, ma si trovano all’interno della nostra coscienza.
La scuola è un luogo di ritrovo, incontro e cultura che dovrebbe mirare alla realizzazione di un pensiero originale. Se il suo compito è davvero quello di iniziarci al sapere, dovrebbe dimostrarci che non abbiamo bisogno di oggetti per ricordarci di quello che siamo e di quello che siamo stati.