Consultorio di Santa Flavia: uno spazio per l’individuazione

di Ilaria Prizzi e Elisa Sciortino – III H
Quest’anno gli operatori del consultorio di Santa Flavia sono venuti nel nostro liceo per proporre il progetto “uno spazio per l’individuazione”, che si pone l’obiettivo “di offrire un servizio per la promozione della salute degli adolescenti e delle loro famiglie”.

Tutte le classi sono state chiamate a rispondere ad un questionario ed a lasciare il proprio segno su un grande rotolo di cartellone, le cui foto ed informazioni saranno visibili prossimamente sul sito, ancora in costruzione, http://www.spazioperindividuazione.it.gg/Home.htm.
Solo per le classi terze, invece, è solitamente previsto un incontro con il consultorio di Bagheria. Noi redattrici del giornalino della scuola ci siamo interessati di far conoscere questo importante servizio, di cui soltanto in pochi hanno sentito parlare. Girando per le classi, ci siamo accorte che, in linea di massima, chi non frequenta almeno il terzo anno non sa cosa sia un consultorio.
Per questo abbiamo intervistato il dott. Giuseppe Fricano, psicologo e dirigente del consultorio di Bagheria, il quale ha risposto con cortesia alle nostre domande.

Cominciamo la nostra intervista chiedendo cosa sia un consultorio.
«Un consultorio è un servizio socio-sanitario pubblico gratuito, rivolto alla famiglia e alla coppia (terapia di coppia, assistenza per interruzione di gravidanza), al singolo, alla mamma e al figlio (assistenza e informazione sulla maternità, sul percorso di allattamento al seno), alle donne (assistenza sanitaria e psicologica su: somministrazione di contraccettivi, problemi di maltrattamento e violenze, problematiche della meno pausa; consulenza e diagnosi precoce dei tumori nella sfera genitale e delle malattie sessualmente trasmesse) e ai giovani (consulenza per le problematiche dell’adolescenza e su temi della sessualità)».
Com’è organizzato e quali specialisti ne fanno parte?
«In questo consultorio trovate l’assistente sociale, il ginecologo, l’ostetrica, lo psicologo e la puericultrice, cioè la persona che si occupa dei neonati e delle loro mamme, che le segue durante le fasi dell’allattamento. Solitamente questa è l’equipe di un consultorio».
Avete abbastanza risorse (finanziarie e di personale) per il territorio? Se no, di cosa ci sarebbe bisogno?
«Per il territorio di Bagheria, che è un territorio abbastanza vasto, per legge dovrebbero esserci due consultori, ma ce n’è soltanto uno. C’è un altro consultorio a Porticello, ma questo serve per il bacino d’utenza dei paesi: Casteldaccia, Altavilla e Santa Flavia. Per quanto riguarda i finanziamenti, sono erogati dall’ASP, azienda provinciale di Palermo, quindi dall’assessorato regionale alla sanità. I finanziamenti non vanno direttamente a noi, ma quando c’è bisogno di qualcosa facciamo richiesta qui a Bagheria e da Bagheria la richiesta viene mandata a Palermo. I tempi di consegna a volte sono lenti e questo è un problema, ma svolgiamo ugualmente il nostro servizio in maniera efficiente».
La prima accoglienza: qual è la prima cosa che dite o cercate di trasmettere a chi si rivolge a voi?
«La persona addetta alla prima accoglienza è l’assistente sociale. Per prima cosa ascoltiamo la persona e cerchiamo di capire per quale problema si rivolge a noi, cosa l’ha spinto a venire qui. Ci sono casi in cui, invece, la persona è stata mandata da altri enti, per esempio dal tribunale, quindi, in questi casi, siamo già informati sul problema, sulla situazione da affrontare».
Qual è lo stato d’animo di chi si rivolge a voi e quali sono le paure più frequenti?
Solitamente le persone si rivolgono a noi o per un aspetto sanitario prettamente medico oppure per problemi di carattere psicologico personale, di coppia… quindi solitamente in uno stato d’ansia, in situazione di crisi… ma varia da problema a problema. Può capitare che qualcuno si rivolge a noi per avere informazioni e chiarimenti».
È sempre facile aiutare queste persone e rispondere alle loro esigenze?

«Eh, non è niente facile. I problemi ci sono e vanno affrontati. Poi ci sono problemi differenti… ad esempio se si tratta di un problema, che so, ginecologico, lo specialista prescrive una visita, una cura, e il problema si risolve. Se invece si tratta di un problema psicologico come un’ansia, una fobia, il lavoro è più complesso e lungo nel tempo, magari con più incontri per conoscere la persona, aiutarla… insomma tutto un lavoro terapeutico da fare insieme finché non si riesce a risolvere il problema».
Qual è la fascia d’età che più si rivolge a voi?
In percentuale sono principalmente le donne in età fertile. Oltre alle donne è in aumento crescente anche la fascia giovanile. Abbiamo, infatti, aperto il giovedì pomeriggio solo per i giovani e vediamo che un numero sostanzioso ne usufruisce. Quindi sommariamente la fascia va dai 18 ai 40 anni circa, in prevalenza donne rispetto agli uomini».
Una domanda posta dai nostri studenti: è sempre rispettata laprivacy?
La privacy è sempre rispettata, assolutamente».
Come vi muovete in caso di richiesta d’aiuto da parte di un minore?
Solitamente, un minore viene accompagnato dai genitori poiché segnalato dalla scuola, dal tribunale o dai servizi sociali… ma se dovesse venire un ragazzo/a da solo, allora si cerca di capire perché si rivolge a noi, e se si tratta di una richiesta d’aiuto per un problema anche grave, per esempio familiare, interveniamo in accordo con i servizi sociali. In ogni caso, la privacy viene rispettata, in particolare in presenza di problemi legati alla sfera affettivo-sessuale».
In classe, durante gli incontri, abbiamo appunto parlato di contraccezione e gravidanze minorili. Come si muove il consultorio in caso di richiesta d’aborto?
«Se è un minore, una ragazzina a rivolgersi a noi, cerchiamo di capire cosa la spinge a questa decisione, quali sono le sue paure… se la ragazza è accompagnata da un genitore, sarà questo a prendersi la responsabilità dell’aborto. Se invece viene da sola, noi cerchiamo ovviamente di spingerla a parlarne con i genitori, magari col nostro aiuto. Se comunque non vuole farlo sapere, allora ci rivolgiamo al giudice del tribunale che si assume la responsabilità al posto del genitore».

E come si muove il giudice in questi casi?

«Il giudice vuole essere informato con una relazione scritta del caso. Vuole avere un colloquio con la minore, incontrarla; quindi organizziamo un incontro, il giudice la ascolta, fa le sue valutazioni e poi dà il suo assenso».

Alla domanda “qual è stato il caso più grave incontrato?”, anche se avevamo chiesto un racconto del tutto anonimo, il nostro dottore ha giustamente preferito non rispondere per tutelare la privacy, Ha solo accennato a problematiche importanti, quali possono essere un divorzio o la perdita di persone care che sconvolge l’esistenza delle famiglie.

Rispettiamo questa giusta scelta e ci spostiamo in ambito scolastico.
Secondo voi, sono utili e costruttivi gli incontri fatti a scuola?
«Penso di sì… noi lo facciamo perché è importante per voi giovani avere un punto di riferimento e d’informazione presso il consultorio. Inoltre, dal test di gradimento risulta che il 90% degli studenti reputa utili questi incontri. Quindi voi stessi chiedete alla scuola di incontrare i ragazzi o è la scuola a fare “il primo passo”? Noi proponiamo, con il liceo abbiamo fatto così. Altre scuole invece ci hanno chiamati per avere questi incontri. Quindi, tutto sommato, c’è una proposta reciproca, troviamo un accordo, lavoriamo insieme».
Qual è la vostra prima impressione sui ragazzi che incontrate?Mostrano più timidezza o “sete d’informazione”?
Per l’esperienza che abbiamo fatto, anche negli anni precedenti, possiamo dire che c’è poca conoscenza, la quantità e la qualità d’informazioni molte volte è scarsa, non si conosce il consultorio nella maggioranza dei casi… non si conoscono, ad esempio, alcuni metodi contraccettivi o, se si conoscono, non si sanno usare correttamente; tante volte, se si hanno delle informazioni, magari sono sbagliate, o si sa per sentito dire da un’amica, un amico. C’è molta ignoranza perché spesso non si parla molto di queste tematiche
».
Quale obiettivo vi proponete e che reazione sperate di ottenere?
«Il nostro obiettivo è di informare, fare prevenzione, di fare avvicinare i ragazzi a questa struttura che è gratuita e li può seguire, consigliare, aiutare per prevenire o affrontare, in maniera più consapevole e preparata, situazioni che, a volte, possono essere molto serie».
Quali sono le domande più frequenti durante questi incontri?
«Le domande riguardano: le malattie sessualmente trasmesse, la conoscenza del proprio corpo, l’uso della contraccezione, la sfera affettiva-sentimentale».

Ringraziamo ancora il dott. Fricano per averci dedicato un po’ del suo tempo e ricordiamo a tutti che il consultorio di Bagheria si trova in via Massimo D’Azeglio n° 45, una traversa di via papa Giovanni XXIII (zona caravella). Per aiuto o maggiori informazioni, il consultorio è aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 13:00 e, ribadiamo, il giovedì pomeriggio dalle 15:30 alle 17:30, il servizio è rivolto solo ai giovani.

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