Addio a Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore
Si è spento nella sua città natale Santarcangelo, il 21 marzo, all’età di 92 anni, accendendo i ricordi e la nostalgia di quanti hanno avuto la fortuna di essergli amico, come il regista Ermanno Olmi che ha reso omaggio alla sua memoria con queste parole: «Era il poeta della gioia. Sono andato a trovarlo venerdì scorso per il suo compleanno e abbiamo ricordato vecchi episodi». Una vita intensa, quella vissuta da Tonino Guerra, scomparso, manco a farlo apposta, il primo giorno di primavera che è anche la Giornata mondiale della Poesia istituita dall’Unesco.
Nato nel cuore della Romagna, il 16 marzo del 1920, trascorre “un’infanzia con le strade di terra battuta e le siepi con piccoli uccelli”. Con la famiglia, in tempo di guerra, è sfollato in una casetta sul fiume Uso. Guerra raccontava spesso che il padre lo mandava a Santarcangelo a portare qualcosa da mangiare al gatto, che avevano lasciato solo in casa. Purtroppo è lì che i tedeschi lo catturano, deportandolo nel campo di concentramento di Troisdorf, in Germania, nel 1943; è nel campo che incontra un gruppo di deportati romagnoli che gli chiedono di raccontagli storie nel loro dialetto. Lui non soltanto racconta loro delle storie ma compone anche delle poesie, raccolte poi in I scarabòcch, un libretto con la prefazione di Carlo Bo, che conosce durante gli studi a Urbino dove si laurea in Pedagogia (1946) con una tesi sulla poesia dialettale. Nel 1952 arriva il suo esordio come prosatore con il romanzo «La storia di Fortunato», poi, nel 1953, si trasferisce a Roma dove inizia il lavoro di sceneggiatore.
Tonino Guerra ha collaborato con alcuni fra i più grandi registi italiani, tra i quali Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi ed i fratelli Taviani. Popolare e sanguigno, ma anche poeta colto e provocatore, al punto che le atmosfere alienate e irrazionali da lui create furono all’origine dell’«incomunicabilità». Sceneggiatore di oltre cento film, vi ha impresso la sua particolare visione del mondo colorata e poetica, quella capacità di mescolare fantastico e vernacolare, maschere e ricordi. Tonino Guerra non ha mai tradito le sue idee anche a costo di stupire: ricordiamo che alla Mostra di Venezia aveva scatenato l’ilarità di mezza platea quando, in Deserto rosso, fece dire a Monica Vitti che «le facevano male i capelli».
Guerra è autore della sceneggiatura dei film «L’avventura», «Amarcord» e di «Blow Up», per il quale, nel 1967, riceverà la nomination al premio Oscar. Nel 2010, in occasione dei suoi 90 anni, riceve il David di Donatello alla carriera; sempre nello stesso anno, il 10 novembre, è stato insignito dall’Università di Bologna del Sigillum Magnum.