23 Maggio, il dovere della memoria.

di Salvatore Di Carlo e Domenico Carbonari

“23 Maggio 1992 ore 16:45 muore la speranza degli onesti siciliani” – è quello che pensarono molti siciliani  nel giorno della morte di Giovanni Falcone, ricordando un foglio ritrovato sul luogo del omicidio del generale Dalla Chiesa. Per fortuna però ciò non è avvenuto grazie all’impegno di uomini onesti che coraggiosamente, giorno per giorno, hanno dedicato la  vita contro il CANCRO della nostra terra, Cosa nostra. Giovanni Falcone non  combatteva  per la  gloria, ma per qualcosa di più: onestà e rettitudine. Fin dal 1975 Falcone si occupò di mafia, svolgendo anche delle  indagini a New York e collaborando per la prima volta con l’F.B.I.
“Vulìa fari rumuri” – così diceva, nel tentativo di fare esporre i mafiosi. Anni 80′, questi sono gli anni nei quali si parla del Pool anti-mafia e del maxiprocesso,  che portarono a 360 condanne e 2665 anni di carcere  e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare. Assieme a quest’uomo, caduto per una così nobile causa,  ricordiamo fra i tanti: Paolo Borsellino, caduto il 19 luglio 1992 mentre lavorava alla stessa indagine di Falcone; il commissario PS Beppe Montana, caduto il 28 luglio 1985 a Santa Flavia per aver combattuto i traffici di droga; il commissario PS Ninni Cassarà, caduto il 6 agosto 1985 per aver collaborato alle indagini di Falcone; Rocco Chinnici, morto il 29 luglio 1983 dopo aver creato il corpo del Pool anti-mafia e così via, in un elenco quasi infinito di uomini coraggiosi che hanno sempre creduto  nei valori  della giustizia e della legalità.

Questi uomini hanno perseguito un ideale, un ideale promosso dal generale dei  carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, divenuto prefetto in Sicilia, ucciso da Cosa Nostra per aver smosso le acque torbide dell’economia siciliana e nazionale. In conclusione vogliamo ricordare questi uomini attraverso le loro stesse parole: «Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta»; «Ci sono cose che non si fanno per coraggio. Si fanno per potere continuare a guardare serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei propri figli. C’è troppa gente onesta, tanta gente qualunque, che ha fiducia in me. Non posso deluderla». 


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